venerdì 17 settembre 2010

Aneddoto











Rileggendo una tavola di Nathan Never che avevo appena scritto - e già allegato alla e-mail da spedire al disegnatore - mi sono trovato sotto gli occhi queste poche righe:
2) CM. Ci troviamo ancora a teatro. L'uomo, di spalle, si avvicina alla donna che si sta sedendo al suo posto.
UOMO Tutto a posto?
"La donna si sta sedendo al suo posto." e "Tutto a posto." Una ripetizione. Ma stiamo parlando di una sceneggiatura a fumetti, di qualcosa cioè che - nel mio caso - leggerà solo il disegnatore. Potrebbe anche rimanere così: in fondo, il primo "posto" è nella parte descrittiva ("la sinistra", come di dice al cinema) e il secondo si trova in un dialogo. Potrei soprassedere...
Ma non ci riesco. Perché in una sceneggiatura la forma è sempre importante e un lavoro, qualunque lavoro, andrebbe sempre fatto al meglio delle proprie possibilità. Sempre e comunque.
Così ho modificato la vignetta:
2) CM. Ci troviamo ancora a teatro. L'uomo, di spalle, si avvicina alla donna che si sta sedendo al suo posto.
UOMO Tutto okay?
E chissà perché, invece di togliere semplicemente il primo "posto"...
2) CM. Ci troviamo ancora a teatro. L'uomo, di spalle, si avvicina alla donna che si sta sedendo.
UOMO Tutto a posto?
... Ho cambiato la battuta?
Bah.

2 commenti:

comativa ha detto...

domanda: "al suo posto" non è superfluo?
se la donna stava per sedersi "sulle gambe del tizio ecc" avrai capito ma in questo caso a teatro suppongo ci saranno una serie di poltrone nella vignetta era necessario specificare al suo posto?
non parlo di come è corretto scriverlo ma se è necessario entrare in questo particolare

St. ha detto...

Sì perché il teatro è vuoto - cosa detta in una delle precedenti vignette - e quindi lei avrebbe dovuto sedersi proprio al suo posto. Probabilmente il disegnatore l'avrebbe fatta sedere lì lo stesso, ma ho pensato che fosse utile specificarlo. In ogni caso, visto che mi piace di più la battuta con Okay rispetto all'altra, tanto valeva lasciare la specificazione.