domenica 23 gennaio 2011

Fiction















Memore della lettura di “La guerra civile fredda” di Daniele Luttazzi, volevo provare a fare il punto sugli scandali di questi giorni.
Nel suo libro, Luttazzi ci fornisce una chiave per capire i motivi per cui, malgrado tutto quello che sta saltando fuori, Silvio Berlusconi non perda nei sondaggi che piccole frazioni di punto.
Luttazzi parte dall’assunto - proprio di alcuni strateghi politici della destra americana - che la gente non voti in modo razionale e che le elezioni si vincano creando con gli elettori un legame emotivo forte. Legame che, una volta instaurato, è in grado di annullare ogni capacità di giudizio.
Alla base di tutto il ragionamento troviamo alcune semplici regole che fanno parte del bagaglio di ogni scrittore di fiction ed è anche per questo che ne parlo qui.
Come si racconta - si chiede Luttazzi - una storia efficace dal punto di vista emotivo?
Cinque gli elementi importanti.
1) UN OBIETTIVO. Un protagonista deve volere a tutti i costi qualcosa: salvare l’italia dai comunisti, creare una grande democrazia liberale, rimodernare lo stato.
2) OSTACOLI DA SUPERARE. Una storia emoziona se, per raggiungere questo obiettivo, il protagonista deve superare degli ostacoli, lottando con le unghie e con i denti. La domanda: - Ruscirà a superarli? – mantiene vivo l’interesse del pubblico. Più grandi sono gli ostacoli, maggiore sarà l’interesse con cui gli spettatori seguiranno la storia.
3) DEBOLEZZE. Un protagonista non viene amato dagli spettatori se non ha un FATAL FLOW o, almeno, qualche debolezza. E Silvio Berlusconi, come ci spiega Luttazzi, di debolezze ne ha molte: è vanesio, guascone (ma in maniera simpatica), ha un debole per le donne ed è bugiardo. In un paese come il nostro – cattolico e non calvinista - tutti peccati decisamente veniali.
4) L’UNICITA’. In una storia ben raccontata un protagonista dev’essere UNICO. Questo, un autore, lo può fare in tanti modi, tra cui quello di dare al suo protagonista un passato favolistico.
Ricordate il libro fotografico: “Berlusconi: una storia italiana” inviato a tutti gli italiani alla vigilia delle elezioni del 2001?
Sì?
Ecco, appunto.
5) IL PROTAGONISTA DEVE PORSI AGLI ANTIPODI DEL SUO ANTAGONISTA. E più quest’ultimo sarà crudele, spietato e forte, più il nostro protagonista. nel momento in cui lo sconfiggerà, ci apparirà eroico.
A detta di molti commentatori quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è un vero e proprio SHOWDOWN: la sfida finale. Da una parte c’è lui, Silvio Berlusconi, "l’eroe", e dall’altra, coloro che i suoi autori ci hanno indicato per 15 anni come i cattivi: le toghe rosse, la sinistra, la stampa comunista.
Tutto così semplice e talmente efficace da far meritare agli autori della nostra fiction - perché, purtroppo, di questo si tratta - un oscar per la migliore sceneggiatura (non) originale.

7 commenti:

CREPASCOLO ha detto...

Gazie anche a nome degli altri ragazzi del think tank di Milan Two -the Revenge, anche se quando ci riunivamo in uno scantinato per discutere del palinsesto di Telemiliano 58, ci riferivamo alla ns posse come alle Panteguns perchè Silvio ci aveva la fissa dell'America e il rat pack era ai suoi occhietti The Voice of Angels.
La svolta è stata durante un brainstorming in giorni in cui i trasferelli erano ancora un business con i controcosi. Ceasar Cadeo salta su e dice che il Migliore dei Mondi Possibili non è quello candeggiato di Voltaire ( '' stecchito da una overdose di caffeina e camomilla: come può essere un leader se non ha una direzione ed un verso ? '' ), ma quello di Love Boat dove i passeggeri salpano singles e attraccano dopo aver trovato l'amore '' e senza tutti quegli struggimenti nelle canzoni di Cocciante e Baglioni ''. Ruffiano: il capo aveva cantato su navi da crociera prima di decidere di conquistare il mondo.
Maurizio 6mandi si illuminò - non portava ancora il parrucchino ed un raggio di luce trafisse la sua coccia lustra - e ribattè che la vita doveva essere come nella contea di Hazzard: piccole infrazioni alla legge che fa tanto simpatico bricconcello e ragazze dal sorriso contagioso e dalle forme generose.
Un minuto di silenzio perfetto.
Il papà di Superclassifica Show non era mai stato così chiaro - ricordavamo un De Gregori perplesso che stava lasciano la trasmissione anche fisicamente dopo dieci minuti in cui cercava di decifrare, invano, il suo intervistatore.
Marco ''il Colombre '' Columbro - molto + zen del quartiere di Palermo - obiettò che era il caso di proporre al telespettatore dei workshops dove si aspettava Godot o si piangeva un commesso viaggiatore - e Silvio apprezzò tanto la cosa che per anni Il Colombre lavorò con i pupazzi quando non li doppiava.
Il capo non è un cattivo ragazzo, ma per lui le cose sono tanto '' Un Dollaro d'Onore '' e non saranno mai '' Mezzogiorno di Fuoco '': se il Buono è nei guai, altri Buoni lo aiuteranno.
Alla fine del ventesimo secolo, il Colombre, durante una riunione, si lanciò in una apologia di ''Piccolo Grande Uomo '' - credo fosse un tentativo di titillare quella mezza porzione del ns adorabile despota - spiegando che occorre sperimentare nella vita affinchè si possa ''spagare il marchingegno che la Storia ufficiale cela come la domestica sfaticata fa con la polvere sotto il tappeto di modo da ascendere al ruolo di Uomini Liberi ''.
Il giorno dopo, Marco si è svegliato di fianco alla testa di Five. Il corpo non è stato mai trovato.
Non si può fare una frittata con le cipolle senza urtare la digestione di almeno uno dei commensali, ha commentato il socio di Supertelegattone, ma nessuno ha capito cosa intendesse dire, come al solito.

St. ha detto...

Era dagli anni della mia adolescenza che non sentivo qualcuno nominare Maurizio Seymandi... grazie per questo gradito e superclassificashowesco ricordo ;-)

CREPASCOLO ha detto...

ieri sera Crepascolino era insolitamente tranquillo - cosa non fa la febbre ad un terremoto antropomorfo di sedici chili - e guardava, una volta tanto, lo schermo acceso del tv. Di solito preferisce caricare la lavatrice.
Crepascola stava guardando la consegna dei Golden Globes - Pacino sale sul palco. Quei bastardi senza creanza hanno scelto di fargli consegnare il premio da Tllda Swinton - altissima e pettinata come il primo Nat Never e da Geoffrey Rush, travestito da scrittore del Pasto Nudo ( un clone ! ) che ha appena interpretato -cappello e tutto. Due corazzieri collodiani che rimpiccioliscono Cucciolo - ormai Al non è + Brontolo da anni.
Appena ho visto il gemello del creatore del cut-up ho pensato a Maurizio. Sei gradi di separazione ? Anche meno.
Il mondo non è la ns ostrica, ma una di quelle bocce in cui è incollato un micro-paesino di cartone: quando scuoti, scende la neve. E non è x niente pericoloso, xchè non si vedono mai - a meno che siamo in un film di Burton o insieme ai MIB - omini spaventati sciamare dalle casette.

Patrizia Mandanici ha detto...

Quello che non mi torna di questo ragionamento (che in parte condivido) è che l'antagonista(i) non mi sembra(no) così terribile(i) (ahimè...).

St. ha detto...

Come no? Nella costruzione Berlusconiana delle cose le toghe rosse sono dei nemici pericolosissimi: poi, come sempre quando si tratta di Berlusconi, la realtà è un'altra cosa ;-)

Patrizia Mandanici ha detto...

Sì, il delirio di Berlusconi è facile a capire, quello che non capisco è come possa essersi trasferito paro paro a metà degli italiani: con una sinistra così si deve essere davvero malati o in mala fede per vederci un "pericolo comunista"!

St. ha detto...

Proprio in questi giorni è uscito su "Micromega" un bell'articolo di Andrea Camilleri sull'homo Berlusconensis.
Ne trovate una parte qui, sul sito del messaggero:http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=35997&sez=HOME&npl=&desc_sez=
L'articolo completo, invece, lo trovate invece solo su "Micromega".