venerdì 7 gennaio 2011

Luther








Vi segnalo ancora una volta una bella serie inglese, targata BBC, di cui, ieri è andata in onda su Fox Crime la prima puntata.
Si chiama "Luther" e racconta le vicende, professionali e non, di un geniale e incasinato poliziotto londinese.
Il livello della scrittura e della recitazione sono alti e la serie si fa apprezzare, oltre che per la bravura del protagonista - raramente mi è capitato di vedere un attore capace, come Idris Elba, di "riempire" lo schermo - anche per il personaggio di Alice.
Ma ora è necessario uno SPOILER.

Alice Morgan - lo stesso cognome di Dexter, sarà un caso? - è una brillante ricercatrice. La prima puntata inizia con il brutale omicidio dei suoi genitori.
Luther indaga e, in breve tempo, capisce che ad ucciderli è stata proprio Alice. Ma non può provarlo. I due iniziano così, un'avvincente partita a scacchi, che, nella prima puntata si conclude in pareggio.
Sì perché Alice è un osso duro, anche per un poliziotto in gamba come Luther. Bambina prodigio e geniale astrofisica, studiosa di buchi neri, Alice è una psicopatica vera.
Ruth Wilson, l'attrice che la interpreta, riesce a rendere perfettamente ogni piccola sfumatura di questo personaggio: un avvincente mix di sensualità, crudeltà, cinismo e incapacità di empatizzare con gli altri.
A questo punto l'autore avrebbe potuto continuare lungo questo binario, raccontando la storia di un poliziotto che deve incastrare un'assassina, ma le cose, nelle serie inglesi ancora più che in quelle americane, non vanno mai come uno si aspetta... e nella puntate a venire - passando da un caso di puntata e l'altro, tutti davvero coinvolgenti - tra il detective e la bella Alice, si instaurerà un rapporto molto forte - in parte malato, ma fatto di rispetto reciproco e di una forte sensualità -che diventerà, in breve, il vero asso nella manica della serie.
E quando, nell'ultima puntata, Luther avrà bisogno d'aiuto sarà proprio ad Alice - l'unica di cui si possa fidare - che si rivolgerà.
Sei puntate davvero potenti, con dialoghi e scene che noi autori italiani possiamo solo sognarci, o meglio che potremmo sognarci, se solo non avessimo già appaltato incubi e immaginario alla RAI e a Mediaset.

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